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Strumenti di protezione del patrimonio: i "conti" in bitcoin

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Strumenti di protezione del patrimonio: i "conti" in bitcoin

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Cos'è Bitcoin (BTC)?

Bitcoin è una criptovaluta decentralizzata originariamente descritta in un white paper del 2008 redatto da una persona o da un gruppo di persone, utilizzando l'alias Satoshi Nakamoto. È stato lanciato subito dopo, nel gennaio 2009.

Bitcoin è una valuta online peer-to-peer, il che significa che tutte le transazioni avvengono direttamente tra partecipanti alla rete (per meglio capire possiamo immaginare delle banche formate da soli correntisti senza banchieri, o in cui il banchiere è sostituito da un algoritmo infallibile), partecipanti che sono quindi indipendenti, senza la necessità di alcun intermediario per consentirle o facilitarle.

Bitcoin è stato creato, secondo le stesse parole di Nakamoto, per consentire i pagamenti online da inviare direttamente da una parte all'altra senza passare attraverso un istituto finanziario.

Alcuni concetti per un tipo simile di una valuta elettronica decentralizzata precedono BTC, ma Bitcoin detiene la particolarità di essere la prima criptovaluta in assoluto ad entrare effettivamente in uso.

Chi sono i fondatori di Bitcoin?

L'inventore originale di Bitcoin è noto con uno pseudonimo, Satoshi Nakamoto. Ancora oggi, nel 2020, la vera identità della persona - o dell'organizzazione - che si trova dietro l'alias rimane sconosciuta, ma possiamo immaginare che non fosse un soggetto che simpatizzava particolarmente per le banche (infatti la diffusione dei bitcoin e delle criptovalute potrebbe segnarne la fine della loro esistenza, in quanto la blockchain è in grado di svolgere la stessa funzione delle banche, senza i costi, senza attese (la transazione è istantanea, non quindi come il bonifico), e senza nessun rischio che la banca fallisca (la blockchain non può fallire).

Dicevamo. Il 31 ottobre 2008, Nakamoto ha pubblicato il white paper di Bitcoin, che descriveva in dettaglio come implementare una valuta online peer-to-peer. Hanno proposto di utilizzare un registro decentralizzato di transazioni impacchettate in batch (chiamate "blocchi") e protette da algoritmi crittografici: l'intero sistema sarebbe stato successivamente soprannominato "blockchain".

Solo due mesi dopo, il 3 gennaio 2009, Nakamoto ha estratto il primo blocco sulla rete Bitcoin, noto come blocco genesis, lanciando così la prima criptovaluta al mondo.

Tuttavia, mentre Nakamoto è stato l'inventore originale di Bitcoin, nonché l'autore della sua primissima implementazione, nel corso degli anni un gran numero di persone ha contribuito a migliorare il software della criptovaluta correggendo le vulnerabilità e aggiungendo nuove funzionalità.

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Quanto è grande il mercato delle criptovalute?

L'intero mercato delle criptovalute ora vale più di 300 miliardi di dollari, e lo stesso si basa sull'idea realizzata da Bitcoin: il denaro che può essere inviato e ricevuto da chiunque, in qualsiasi parte del mondo senza fare affidamento su intermediari fidati, come banche e società di servizi finanziari.

Anche dopo che Bitcoin ha perso il suo dominio indiscusso, rimane la più grande criptovaluta, con una capitalizzazione di mercato che ha oscillato tra $ 100 e $ 200 miliardi nel 2020, a causa in gran parte dell'ubiquità delle piattaforme che forniscono la possibilità di utilizzare i BTC: conti chiamati wallet, scambi, servizi di pagamento, giochi online e altro ancora.

Dove si acquistano i bitcoin?

Vi sono degli intermediari (exchange), che se si vuole mettono a disposizione anche dei conti, sia in euro che in bitcoin o altre criptovalute, che permettono non solo l’acquisto di bitcoin o altre criptovalute ma anche di vincolare gli stessi per ricevere alti tassi di “interesse” (a dei tassi di gran lunga superiori a quelli praticati da istituti bancari). In molti casi inoltre gli interessi vengono anche accreditati in periodi brevi (ad esempio, settimanalmente).

A seconda dell’exchange si configurano (o meno) obblighi di scambio di informazioni tra exchange, da un lato, e Stati e le Agenzia delle Entrate dall’altro lato.

Ancora, è necessario tenere presente al riguardo gli obblighi di monitoraggio fiscale.
Entrambi gli aspetti è opportuno siano trattati dettagliatamente chiedendo consiglio ad un professionista esperto (nella pagina principale di
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Quanto Bitcoin è in circolazione?

La fornitura totale di Bitcoin è limitata dal suo software e non supererà mai le 21.000.000 di bitcoin (non potendo essere prodotti nuovi bitcoin, moltissimi esperti si aspettano un incremento esponenziale nel corso del tempo del prezzo dei bitcoin). Nuove monete vengono create durante il processo noto come "mining": quando le transazioni vengono inoltrate attraverso la rete, vengono raccolte dai miner e impacchettate in blocchi, a loro volta protetti da complessi calcoli crittografici.

Come compenso per la spesa delle loro risorse computazionali, i miner ricevono premi per ogni blocco che aggiungono con successo alla blockchain.

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Cosa sta succedendo negli ultimi mesi?

Negli ultimi mesi gran parte dei risparmiatori, preoccupata dall’instabilità finanziaria di Stati e banche, ha sempre più paura di perdere i propri risparmi e conti in banca, e quindi decidono di spostare i propri asset dalle banche ai conti blockchain.

Ciò ha portato ad un enorme richiesta di bitcoin che ne ha incrementato esponenzialmente il valore conducendo ad un aumento nell’ultimo mese di oltre il 40% (il bitcoin è passato da circa 9.000 euro fino a 14.000 euro).

Si nota che non è necessario comprare un bitcoin intero ma delle frazioni di bitcoin (che possono essere anche di pochi euro), che si chiamano satoshi, che è un’unità di misura inferiore ai “centesimi” di euro (che rappresentano l’unità di misura più piccola dell’euro).

Dunque molti stanno ottenendo guadagni impressionanti nelle criptovalute e pianificano guadagni ancora maggiori in futuro (sul punto è naturalmente necessario pianificare l’impatto fiscale sui maggiori guadagni).

Ci sono quindi due aspetti quanto ai bitcoin, il primo è quello di fornire uno strumento simile alla banca ma senza banca (e senza gli inconvenienti connessi alla possibilità di perdere i denari su conto corrente), ed il secondo aspetto è l’eventuale aumento di valore che potrebbe avere il bitcoin rispetto all’euro e quindi una successiva riconversione in euro del conto in bitcoin potrebbe condurre ad un guadagno e quindi ad una plusvalenza tassabile fiscalmente.

Sul punto è necessario inoltre chiarire che non tutti gli Stati tassano i bitcoin nello stesso modo, e dunque un italiano, con residenza fiscale in Italia, potrebbe pagare un aumentare di imposte e tasse completamente diverso da un cittadino di un altro Stato, o da un italiano con residenza fiscale in altro Stato.

Ci sono inoltre Stati che promuovono e incentivano la costituzione di società per mantenere le criptovalute come parte di una strategia fiscale.

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