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Guida pratica per l'apertura della partita Iva

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Guida pratica per l'apertura della partita Iva

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Nel momento in cui un soggetto decide di intraprendere una libera professione la prima domanda che sorge spontanea, visto anche il grande periodo di crisi che stiamo attraversando, è se è vantaggioso aprire o meno la partita iva. E' importante quando si decide di intraprendere questa strada analizzare tutti i costi che bisogna affrontare per cercare di capire se è o meno il momento giusto per iniziare questa nuova avventura lavorativa. In questa guida ti forniremo informazioni circa la procedura da seguire per aprire la partita iva. Inizialmente, vediamo quando è necessario aprire la partita iva e poi analizziamo i vari passaggi da seguire, al fine di essere in una posizione fiscale corretta.

Vediamo chi è obbligato ad aprire la partita iva. Per capire se devi aprire o meno la partita iva, sono due i requisiti da considerare per trovare risposta a tale dubbio, ovvero la continuità e l’abitualità dell’esercizio dell’attività; la professionalità, e l’esercizio in forma organizzata dell’attività. Quindi se la tua attività possiede i suddetti requisiti dovrai provvedere ad aprire la partita iva, indipendentemente dal ricavo. Non sempre è facile saper inquadrare la propria attività in base ai detti requisiti, dato che non viene fornita una precisa definizione e, per questo spesso capita di sbagliare e risulta utile affidarsi ad un professionista che analizzando la singola situazione potrà sciogliere il relativo dubbio.

Analizziamo la procedura da seguire per aprire la partita iva. L'apertura della partita iva non richiede costi ed è anche semplice. Il numero di partiuta iva che viene attribuito è composto da 11 numeri: i primi sette indicano il contribuente, gli altri tre rappresentano il Codice dell’Ufficio delle Entrate, ed infine l’ultimo ha carattere meramente di controllo. La prima cosa da fare è recarsi presso l’Agenzia delle Entrate per comunicare l’inizio della propria attività, entro il periodo di 30 giorni dall’inizio dell’esercizio, avendo cura di allegare la dichiarazione redatta su modello AA9/7 (ditta individuale e lavoratori autonomi) oppure modello AA7/7 (società). I suddetti modelli sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Il modello, una volta che è stato compilato, può essere presentato in differenti modi a scelta del contribuente: recandosi presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate con un documento di riconoscimento; inviando il modello con raccomandata con ricevuta di ritorno, allegando la fotocopia del documento di riconoscimento; inviando il modello per via telematica, tramite il software disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Nel momento in cui si decide di aprire la partita iva, viene attribuito un codice ATECO, in base all’attività che si andrà ad esercitare ed anche il tipo di regime contabile, che può essere forfettario o contabilità ordinaria. In seguito alla consegna della relativa dichiarazione firmata, è assegnato il numero della partiuta iva che non subirà nessun tipo di variazione fino a quando esisterà l'attività per il quale è stato creato. Bisogna anche inserire nel modello di apertura della partita Iva il luogo dove eventualmente, saranno conservate le scritture contabili. Inoltre, è necessario poi recarsi anche all'Inps per poter procedere all'apertura della propria posizione previdenziale mediante l'iscrizione alla Gestione Separata INPS. Invece, in presenza di un professionista con un relativo Albo professionale, l'iscrizione dovrà essere effettuata presso la Cassa previdenziale dell’Ordine di appartenenza. Nell'ipotesi in cui si voglia registrare una ditta individuale, bisognerà anche iscriversi presso la Camera di Commercio e comunicare al comune l’avvio dell’attività.

Quali sono le novità per poter accedere al regime forfetario ai sensi della legge di bilancio 2020? Il regime contabile forfetario prevede delle agevolazioni fiscali e contributive (tassazione agevolata del 15%), ma per poterne usufruire occorono determinati requisiti, previsti dalla legge e che devono essere mantenuti anche negli anni successivi. In particolare, possono accedere al regime forfetario i contribuenti che nell’anno precedente hanno, contemporaneamente: conseguito ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 65.000 euro (se si esercitano più attività, contraddistinte da codici Ateco differenti, occorre considerare la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate); sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari. Per quanto riguarda il regime forfetario 2020 sono state individuate tante cause di esclusione, ovvero non possono optare per tale regime: le persone fisiche che si avvalgono di regimi speciali ai fini Iva o di regimi forfetari di determinazione del reddito; i non residenti, ad eccezione di coloro che risiedono in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo che assicuri un adeguato scambio di informazioni e che producono in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato;i soggetti che effettuano, in via esclusiva o prevalente, operazioni di cessione di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi; gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari ovvero che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte individualmente; le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili a tali datori di lavoro, fatta eccezione per chi inizia una nuova attività dopo aver svolto il periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni; coloro che nell’anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e/o assimilati di importo superiore a 30.000 euro, tranne nel caso in cui il rapporto di lavoro dipendente nell’anno precedente sia cessato (sempre che in quello stesso anno non sia stato percepito un reddito di pensione o un reddito di lavoro dipendente derivante da un altro rapporto di lavoro).

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L'apertura della partita iva è una procedura piuttosto semplice, anche se ci sono differenti aspetti che bisogna valutare ancor prima di aprirla. Infatti, il consiglio è sempre quello di rivolgersi ad un consulente che studiando il singolo caso potrà valutare meglio e in modo personalizzato la tua situazione e, nello stesso tempo, potrà anche valutare il regime fiscale adatto alla tua situazione. L'ausilio di un professionistaonsulente potrà risultare la scelta ottimale per non scegliere in modo errato il regime fiscale e non commettere eventuali errori.

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