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Rubrica a cura dell’avv. Federico Pau.
Per l’appuntamento odierno, ho intervistato il Dottor Fabio Pandiscia.
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Fabio Pandiscia: psicologo clinico, ricercatore, autore di libri dedicati al mondo della persuasione e comunicazione (come “Comunicare bene. La comunicazione come forma mentis”), trainer con una formazione che spazia da quella universitaria in psicologia clinica alle più varie specializzazioni (Gestalt, PNL, Ipnosi, Micro-espressioni facciali).
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Ci racconti di Lei, dove opera, come si è formato e cosa l’ha portata a studiare temi legati alla comunicazione ed alla persuasione.
Mi sono interessato al mondo della comunicazione non verbale verso la fine del 2003, anno in cui mi sono laureato in psicologia clinica, procedendo con specializzazioni specifiche in questo campo presso varie scuole che operano usando varie metodologie: Gestalt, PNL, Ipnosi, studi in micro-espressioni facciali, ecc. La mia attività di formazione è rivolta presso aziende che lo richiedono in tutta Italia, invece per i privati e singoli professionisti c’è un incontro l’anno che si svolge in 2 giornate di formazione a Rieti o Cagliari.
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Se dovesse formare una persona di modo tale da renderla più persuasiva, ma potesse trasmettere unicamente due concetti, tecniche o principi, ed avesse un tempo “contenuto” a disposizione, quali sceglierebbe e come strutturerebbe l’attività formativa?
Per capire il linguaggio del corpo non serve conoscere il significato di ogni singolo gesto, perché al di fuori del contesto e dei vari riverberi gestuali che si possono avere all’interno di un’interazione, il “singolo gesto” non ha alcun significato.
L’interpretazione della comunicazione non verbale ha tempi precisi, il semplice incrociare le braccia non ha significato se il nostro interlocutore era già cosi prima della nostra entrata nella stanza, oppure se è comodo in questa posizione. Ha senso solo se assume questa posizione subito dopo che noi abbiamo detto o fatto qualcosa, e soprattutto bisogna verificare se esistono oltre questo gesto, dei riverberi gestuali, cioè altri gesti che vanno a dar valore al singolo gesto che abbiamo notato (ad esempio: prossemica indietro, arricciamento labbro superiore, disgusto, asimmetrie varie del corpo, ecc.) quindi quel che occorre, è capire:
1. il contesto,
2. la scelta del tempo in cui il gesto si va a manifestare all’interno della comunicazione completa di riverberi gestuali.
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Se dovesse consigliare 3 libri, oltre i suoi, a chi aspira a diventare più persuasivo, quali consiglierebbe?
I volti della menzogna di P. Ekman
Le armi della persuasione di R. Cialdini
Come trattare gli altri e farseli amici di D. Carnegie
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Se dovesse consigliare 3 corsi, oltre i suoi, a chi aspira a diventare più persuasivo, quali consiglierebbe?
I corsi di comunicazione del dr. S. Benemeglio;
Il corso di ipnosi del dr M. Pacori;
I corsi sulle microespressioni erogati dall’azienda statunitense Humintell.
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Se qualcuno dei lettori fosse interessato a sapere qualcosa in più su di lei e sui suoi corsi, che parole dovrebbe digitare su google per contattarla?
Basta digitare “fabio pandiscia linguaggio del corpo” oppure “formaementis linguaggio del corpo”.
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La ringrazio per la partecipazione a questa intervista, facendo presente a chi ci legge che può contattarla direttamente per avere informazioni sulle sue attività.
Contatti:
Numero verde 800 032 882 mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.