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Intervista a Mattia Lualdi. Argomentazione Processuale, Persuasione, Influenza. Interviste a chi la “persuasione” la insegna. Featured

Scritto da Avv. Federico Pau
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All’interno della rubrica dedicata all’argomentazione processuale e alla persuasione in generale, prosegue il ciclo d’interviste a studiosi della persuasione e dell’argomentazione, da chi l’insegna nelle aule universitarie, a chi si prefigge di insegnarla a politici e top managers, e chi ne ha scritto bestsellers. Oggi parliamo con Mattia Lualdi.

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Rubrica a cura dell’avv. Federico Pau.

Per l’appuntamento odierno, ho intervistato Mattia Lualdi, trainer di PNL e ipnosi per conto della Society of NLP di Richard Bandler (il padre della Programmazione Neuro-Linguistica), coach e formatore aziendale.

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Mattia Lualdi: autore di libri e di corsi dedicati al linguaggio, alla persuasione ed alla comunicazione, trainer nell’ambito della programmazione neuro linguistica (disciplina che, tra le tante cose, si prefigge di offrire strumenti per comunicare e persuadere tramite un corretto uso del linguaggio), ed allievo diretto del fondatore di tale disciplina (Richard Bandler), coach e formatore aziendale.

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Ci racconti di Lei, dove opera, come si è formato e cosa l’ha portata a studiare temi legati alla comunicazione e alla persuasione.

Opero su tutto il territorio nazionale, specialmente in Lombardia (Varese e Busto Arsizio), Veneto (provincia di Belluno) e Molise (Campobasso).

Dopo studi umanistici, ho mosso i primi passi nel mondo della formazione nel 2004 nell’ambito delle tecniche di memoria e lettura rapida, prima come allievo e poi come docente: il mio obiettivo era fare il coach, perché ero stato ispirato durante gli anni del liceo dal film “La leggenda di Bagger Vance”. Solo durante i miei studi in campo formativo ho scoperto che nel film erano stati utilizzati principi e metodi della PNL.

Nel settore dei corsi di memoria ho imparato a organizzare, promuovere e vendere i corsi, nonché a gestire i collaboratori: tutte esperienze in cui la capacità di comunicare in maniera strategica è indispensabile; quando ho scoperto la PNL ho incominciato a studiare direttamente con il suo fondatore, Richard Bandler, negli USA, in Olanda e in Scozia; sempre negli Stati Uniti, ho partecipato a una simulazione ONU (Model United Nations) con la NCCA (associazione nazionale dei college) sul tema della negoziazione, che mi ha permesso di realizzare per il portale piuchepuoi.it un corso multimediale dedicato alla negoziazione e alla persuasione.

Inoltre, mio padre è avvocato e si è sempre interessato alla conciliazione, fatto che mi ha portato a scrivere alcuni articoli per la rivista periodica del suo consiglio dell’ordine.

In seguito, grazie all’incontro con Nora Bateson (figlia di Gregory Bateson, autore di “Verso un’ecologia della mente”) ho incominciato lo studio dei sistemi complessi e mi sono dedicato specificatamente ai temi della leadership e della comunicazione funzionale.

Tutte queste esperienze sono confluite nel saggio “Neuromanager”, attualmente in fase di editing conclusivo e perciò di prossima pubblicazione (inizio autunno).

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Se dovesse formare una persona di modo tale da renderla più persuasiva, ma potesse trasmettere unicamente due concetti, tecniche o principi, e avesse un tempo “contenuto” a disposizione, quali sceglierebbe e come strutturerebbe l’attività formativa?

1. Imparare a gestire il proprio stato d’animo.

Questo aspetto, dal mio punto di vista, è fondamentale, perché solo imparando a gestire il proprio stato si possono esprimere pienamente le proprie risorse.

Facciamo alcuni esempi:

·        Quanti studenti, ben preparati, conseguono voti modesti a causa dell’agitazione e del nervosismo?

·        Quanti avvocati trasformano le aule dei tribunali in piazze del mercato perché si arrabbiano o lasciano che la propria soggettività prenda il sopravvento?

·        E quanti manager insultano i collaboratori perché si aspettano comportamenti diversi, invece di chiedersi cosa possono cambiare in se stessi per far crescere i propri collaboratori?

La gestione dello stato d’animo è il primo aspetto proprio dal punto di vista temporale: esattamente come non prenderemmo mai decisioni finanziarie importanti durante un’operazione dal dentista, non si capisce perché dovremmo gestire le situazioni professionali durante un picco emotivo!

Eppure, la maggior parte delle persone NON si rende conto di essere emotivamente instabile nel momento in cui lo è… Quindi, il primo aspetto da allenare è la consapevolezza emozionale, per poi procedere con gli aspetti più tecnici della comunicazione funzionale.

2. Parlare di teorie, metodi e fatti invece che di persone.

Una delle tecniche retoriche più antiche (e più subdole) consiste nell’attaccare la persona quando non si possono attaccare le sue idee (o non si sa come farlo).

Ecco alcuni semplici esempi:

·        La NASA contro i terrapiattisti (e non contro teorie cosmologiche e/o cosmogoniche alternative).

·        La storiografia ufficiale contro i revisionisti (e non contro metodi d’indagine storica super partes).

·        Gli psicologi contro i piennellisti (e non contro modelli oggettivi di esperienze soggettive).

·        Gli avvocati divorzisti contro coniugi infedeli e inaffidabili (e non contro legittime richieste di genitorialità condivisa o di condivisione della genitorialità).

·        I manager contro i dipendenti sovversivi (e non contro i dati incontrovertibili che dimostrano la necessità di provvedere alla manutenzione delle macchine).

Addirittura, mi è capitato di sentir dire “eh, ma è un ciccione” come ultima difesa di fronte all’oggettiva impossibilità di confutare le idee altrui.

Imparare a esporre le proprie teorie e i metodi tramite i quali tali teorie s’intersecano con i fatti invece di attaccare le persone diventa un’arma potentissima, perché si passa da una comunicazione emotiva a una funzionale.

Non è una tecnica da “ricettario della comunicazione” ma un cambio di approccio talmente efficace da risultare irresistibile, perché, purtroppo, sta diventando anche sempre più raro.

Ci tengo a essere preciso, a costo di sembrare ripetitivo: bisogna smettere di parlare delle persone, dei loro difetti o delle loro colpe, e bisogna incominciare a esporre le proprie teorie e i propri metodi. Così facendo, ci si dimostra forti, sicuri di sé, tranquilli e soprattutto preparati.

L’obiezione, a questo punto, potrebbe essere: “ma io non ho teorie e metodi, non sono così preparato”. Bene, è il momento di decidere che tipo di professionista diventare.

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Se dovesse consigliare 3 libri, oltre i suoi, a chi aspira a diventare più persuasivo, quali consiglierebbe?

PNL per la persuasione” di Richard Bandler e John La Valle;

Negoziazione per avvocati” di Robert Mnookin, Scott Peppet e Andrew Tulumello;

PNL e carisma” di Owen Fitzpatrick.

In più, qualsiasi libro di Platone che mostri Socrate all’opera con la maieutica (leggendo “Fedone”, “Timeo” o “La repubblica” si ottiene anche molto altro, oltre alla tecnica).

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Se dovesse consigliare 3 corsi, oltre i suoi, a chi aspira a diventare più persuasivo, quali consiglierebbe?

Un corso sulle mappe mentali di Tony Buzan. So che sembra lontano dalla persuasione, ma si rifà al secondo punto della mia proposta tecnica: imparare a organizzare il materiale, visualizzare i collegamenti e le interconnessioni, allenare la capacità di inglobare le obiezioni all’interno di un contesto più ampio, definire una routine comunicativa e avere sempre ben chiaro in mente tutto questo, aiuta tantissimo. La persuasione è figlia della chiarezza, che a sua volta è figlia della calma.

Un workshop di Nora Bateson sui sistemi complessi; eventualmente, incominciando dal suo bellissimo documentario “Ecology of mind” che si trova facilmente in DVD.

Un corso di lingue che dedichi ampi spazi al public speaking. Uno dei problemi principali della comunicazione in Italia consiste proprio nel fatto che impariamo a comunicare a scuola, durante le interrogazioni, con un pessimo stato d’animo. Crescendo, associamo inconsciamente queste sgradevoli sensazioni al fatto di esporci verbalmente e ci ritroviamo in difficoltà senza nemmeno sapere come e perché. Un corso di lingue ci permette di rivivere l’esperienza della comunicazione verificata da un insegnante con maggior consapevolezza e con il focus sulla nostra crescita invece che sulle conseguenze della nostra performance.

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Se qualcuno dei lettori fosse interessato a sapere qualcosa in più su di lei e sui suoi corsi, che parole dovrebbe digitare su google per contattarla?

Materiale di approfondimento:

Leadership https://drive.google.com/open?id=1VLWoeLKj0A3AQ1Ji5SnWYooNIEevTFbk

PNL https://drive.google.com/open?id=1mibRagPlD9ohiujnifsayfDOovyruucd

Manipolazione https://drive.google.com/open?id=1r3EszKcYj27zShob87sQsYtEPup5Imyt

Contatti:

Recapito telefonico di Mattia Lualdi: 347 4016865

Indirizzo e-mail di Mattia Lualdi: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Pagina Linkedin: https://www.linkedin.com/in/mattia-lualdi-16baabb0/

Pagina Instagram di Mattia Lualdi: https://www.instagram.com/mattialualdi/

Pagina Instagram di Formazione Coach: https://www.instagram.com/formazione_coach/

Pagina Facebook di Formazione Coach: https://www.facebook.com/formacoach

Canale YouTube: https://www.youtube.com/user/mattiapnl

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La ringrazio per la partecipazione a questa intervista, facendo presente a chi ci legge che può contattarla direttamente per avere informazioni sulle sue attività.

Grazie per l’opportunità datami, mi auguro davvero di aver fornito nuovi stimoli.

 

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