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3 cose da sapere sulle modalità di pagamento di un avviso di accertamento e su come è possibile rateizzare. Featured

Scritto da Avv. Federico Pau
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Non avresti mai voluto trovare nella tua posta un avviso di accertamento, ma purtroppo è capitato. In questa guida ti aiuteremo a capire di cosa si tratta e come è possibile, se non c’è altra soluzione (e se non vuoi fare ricorso o cercare un accordo col Fisco), pagare con più facilità.

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L'avviso di accertamento è uno strumento dell'Agenzia delle Entrate con cui si conclude l'attività di controllo sul corretto adempimento degli obblighi fiscali da parte dei contribuenti.

Sapevi che le somme dovute possono essere versate in un'unica soluzione  o rateizzate (presso banche, poste o agenti della riscossione)?

In tempi risalenti, quando un contribuente riceveva un avviso di accertamento, poteva fare solo due cose: pagare o fare ricorso. Fortunatamente le cose sono cambiate ed esistono delle situazioni di “compromesso” tra l'Agenzia delle Entrate ed il cittadino, anche quanto alle modalità di pagamento.

In base all'art. 8 e all'art. 15, comma 2 del D.Lgs. n. 218/1997, il contribuente può ottenere il pagamento rateale di quanto preteso dall'Agenzia delle entrate, dilazionando il proprio debito.

Tieni a mente queste 3 cose su come è possibile rateizzare e pagare:

1) In genere, nell'avviso di accertamento vi è scritto espressamente che è possibile pagare in un'unica soluzione o in più rate. Nel caso in cui non vi fosse menzione del pagamento rateale, potrai contattare la persona che si occupa del procedimento e chiedere delucidazioni oppure potrai dare incarico ad un avvocato tributarista che seguirà questa fase per conto tuo.

2) Se scegli il pagamento rateale potrai pagare l’importo per un massimo di 8 rate trimestrali dello stesso importo. In caso di somme dovute superiori ai 50.000 euro sono previste un massimo di 16 rate trimestrali (attenzione: nel tuo avviso trovi riportati questi dati nella sezione dedicata alla definizione dell'accertamento con riduzione sanzioni, verifica sempre tale sezione e le leggi in essa richiamate, che, rispetto a quando leggi questo articolo, potrebbero essere cambiate). In ogni caso la prima rata deve essere versata entro il termine per presentare ricorso.

A partire dal giorno successivo al termine di versamento della prima rata, dovrai corrispondere anche gli interessi calcolati sull'importo delle rate successive.

3) Il versamento delle somme dovute può essere effettuato, a seconda del tipo di imposta tramite i modelli di versamento F24 (che è più frequente) o F23.  Controlla bene: nell'avviso di accertamento è indicato che modello usare.

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Fai attenzione: l'avviso di accertamento deve essere emanato dall'Ufficio dell'Agenzia delle Entrate competente e deve riportare a tra gli altri i seguenti elementi: - la motivazione della pretesa; - le maggiori imposte dovute; - le sanzioni; - le modalità e il termine di pagamento; - l'ufficio presso il quale è possibile richiedere informazioni; - il responsabile del procedimento; - l'organo giurisdizionale a cui è possibile ricorrere.

Per concludere, se ricevi un avviso di accertamento:

1) è sicuramente consigliabile chiedere consulto ad un avvocato tributarista per orientare al meglio le proprie decisioni;

2) ricorda che se decidi di pagare in un'unica soluzione dovrai corrispondere le somme entro il termine per la proposizione del ricorso;

3) tieni a mente che entro i 10 giorni successivi al pagamento dell'intero importo o della prima rata devi far pervenire all'Agenzia delle Entrate la quietanza che dimostra che hai pagato.

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Ci sono molte più cose da sapere che non possiamo approfondire in questa sede, come ad esempio le conseguenze del mancato pagamento delle rate, anche in ordine all’incisivo aumento della cifra da pagare (per effetto delle sanzioni. Per il momento ci limitiamo a dirti di prestare massima attenzione al rispetto dei piani di rateazione, perché le conseguenze potrebbero crearti ulteriori problemi dal punto di vista finanziario.

 

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